- Si intende un gruppo di alterazioni che interessano il nervo ulnare generalmente al gomito.
- Terapia: decompressione nervo in anestesia del braccio.
- Prognosi buona recupero in 30 gg.
- Ricovero in Day Hospital.
Sindrome neurologica determinata da una compressione del nervo ulnare al gomito, che in quel segmento è accolto in un canale osseo estremamente ridotto ed angusto potendo da questa condizione quindi nascere una sofferenza meccanica. Non dimentichiamo infatti che i nervi al pari di altre strutture anatomiche sono capaci di “scorrere” in rapporto alle articolazioni, fino a 2 cm.
Si determinerebbe, per movimenti ripetitivi e anomali del gomito, come il continuo appoggiarsi sui gomiti o continue stimolazioni (eccessive flessioni). È evidente che ogni alterazione del profilo anatomico del canale o l’occupazione di esso da parte di cisti sinovia patologica ed altro può determinare sofferenza del vervo, come anche alterazioni dell’osso a seguito di traumi.
I sintomi sono rappresentati da parestesia (sensibilità alterata), torpore al gomito, con dolore diffuso, e formicolio sulle dita della mano (anulare e mignolo). La progressione della sindrome determina riduzione della sensibilità delle ultime 2 dita della mano, riduzione della forza di presa, dimagramento dei muscoli della mano, atteggiamento della mano “benedicente”.
La diagnosi prevede attraverso la visita una valutazione del tono muscolare dell’avambraccio e della mano, l’eventuale comparsa di riduzioni del volume dei muscoli descritti, la riduzione della sensibilità a carico delle dita della mano, l’impossibilità di addurre le dita ovvero di serrarle estese, la comparsa dei disturbi sensitivi nella flessione protratta del gomito. L’esame principe che permette di sciogliere il dubbio con altre affezioni morbose neurologiche è rappresentato dalla Elettromioneurografia, esame che identifica l’entità della compressione ed il livello.
Il trattamento è medico nelle fase iniziali con consigli di esercizi tesi a correggere posture alterate o alla assunzione durante il lavoro di ortesi di protezione. Utili sono derivati vitaminici del gruppo B, nutrienti a base di acido lipoico. I casi ove esista una alterazione neuromuscolare rilevante debbono essere operati.
L’intervento si effettua generalmente in lieve sedazione con anestesia del braccio. Si libera il nervo intrappolato. Rare le indicazioni a manovre molto aggressive come resezioni ossee a meno di becchi (osteofiti) che comprimano. L’incisione di circa 5 cm si effettua sulla porzione posteriore del gomito.
Il recupero postoperatorio è celere (15 gg). Il ritorno ad una buona funzionalità del nervo a seconda del grado di sofferenza dello stesso è più tardivo ma buono.